Osservazioni su Autrement qu’être ou au-delà de l’essence di E. Lévinas

Diego Giordano

Abstract


L’altrimenti che essere non è un’alterità relativa, una cattiva alterità, cioè non si costituisce in riferimento all’identico, ma è assoluta, ossia una meraviglia che trascende l’ordine della manifestazione: «L’esteriorità non è una negazione, ma un miracolo – una meraviglia». L’entrata in gioco di questa dimensione altra dall’essere è la decostruzione della presunta assolutezza dell’essere e la sua subordinazione all’etica, la quale non è un derivato dell’ontologia, ma è una vera e propria “filosofia prima” all’interno della quale non c’è più il soggetto come identità che si identifica nell’unità del diverso, ma compare un io che è sé in quanto strutturato come l’altro nel medesimo. Ma chi è il terzo? In Autrement qu’être ou au-delà de l’essence E. Lévinas, con un linguaggio che si muove sul ciglio dell’indicibile, invita l’uomo contemporaneo ad accogliere su di sé la responsabilità dell’alterità dell’altro.



DOI: http://dx.doi.org/10.3308/if.v5i10.60